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GUNTER GRASS E DANTE DUE PESI E DUE MISURE, ANZI TRE

O della falsa cultura antirazzista

Data: 2012-04-23
Autore: Gherush92

In nome dell’arte due pesi e due misure, ciò che è vero per Grass non è vero per Dante e Shakespeare. Levata di scudi contro l’artista tedesco, levata di scudi a favore di Dante e Shakespeare anche se la loro opera contiene inequivocabili espressioni razziste, antisemite, islamofobiche, omofobiche. Perché?

La richiesta di accompagnare l’insegnamento della Commedia nelle scuole con note critiche suscita scandalo, risposte indignate e considerazioni di intellettuali e scrittori, tanto da provocare la risposta di un Ministro all’interrogazione parlamentare, manifestazioni fasciste di piazza e sul web in difesa del poeta, e, ancora, articoli, trasmissioni, dibattiti, contestazioni fra i quali Radio Vaticana, che si dilunga con un’indagine di tipo inquisitorio avvalendosi della testimonianza di qualche delatore un po’ stupido, e il sito dell’UCEI dove appaiono insulti, argomentazioni inconsistenti e sarcastiche, teorie bislacche a difesa dei “libri che dialogano con i libri”. Tutti uniti (o quasi) in difesa dell’arte alla quale tutto è permesso.

Ma ragioniamo: se è davvero uno scandalo apporre note critiche alla Commedia, nonostante le offese, ivi presenti, contro ebrei, musulmani, eretici, omosessuali, allora è uno scandalo anche stigmatizzare la poesia di Grass, nonostante la sua intenzione profonda di emancipare il popolo tedesco dalla colpa della Shoah ed aprire ad una forma, penetrante e subdola, di neo-revisionismo. E viceversa. Ma non è così perché per i due casi analoghi vengono applicati due criteri di giudizio differenti.

Anzi tre, visto che, da una parte, trenta artisti chiedono, inopinatamente, l’esclusione di una compagnia ebraica dai programmi dello “Shakespeare's Globe Theatre”, dove era invitata a rappresentare “Il Mercante di Venezia” e, dall’altra, in difesa della stessa compagnia si sollevano più voci senza, però, che nessuno osi stigmatizzare la rappresentazione ebraica del testo, una pietra miliare dell’ arte cristiana e quintessenza dei più odiosi stilemi dell’antisemitismo e del razzismo. E visto che la Cappella Sistina sarà meta di visitatori ebrei, soprattutto giovani, nonostante il divieto dei rabbini di visitare luoghi di idolatria, affinché imparino ad apprezzare, senza filtri, l’arte cristiana, compresa l’interpretazione ebraica revisionista di chi, contraddicendo ogni evidenza pittorica e storica, recentemente ha voluto rileggerne un messaggio filo-semita.

E’ necessario esprimere l’ammonimento (Yom ha Torah), che l’arte non deve essere la giustificazione per veicolare messaggi razzisti e, che, comunque, la ragione di pesi e misure diversi risiede nello squallido opportunismo e nella mancanza di qualità.

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