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DIFETTI TRA EBREI E CRISTIANIData: 2010-01-14Autore: Gherush92 E’ necessario tenere in giusta considerazione i difetti fondamentali che riguardano il rapporto tra cristianesimo ed ebraismo che concernono secoli di avvenimenti che non possono essere trascurati. VISTO CHE : - Sussistono nel rapporto tra cristianesimo, ebraismo e diversità alcuni importanti difetti che così si possono sintetizzare: I DIFETTO: LE RADICI DELL’ANTISEMITISMO SONO NEL CRISTIANESIMO. La cultura dell’antisemitismo e del razzismo ha radici antiche e consolidate e ha interessato gran parte della letteratura, dell’arte, della scienza e del sapere occidentale. L'antisemitismo per secoli ha mistificato la realtà storica e del diritto utilizzando termini e strumenti riconoscibili, identificabili e documentati. L’antisemitismo ha le sue radici nel cristianesimo e si fonda sulla faziosità, sulla calunnia e sulla diffamazione. Reiterando l’ accusa di deicidio ed altre orribili accuse, che ancora si recitano nel Vangelo, si è fatta della calunnia e del pregiudizio una realtà inconfutabile radicata nella testa di cristiani e non cristiani, quasi impossibile da rimuovere. Con quelle accuse e maldicenze universali si è reso eterno e universale l’odio antisemita. L’antisemitismo laico, di destra, di sinistra tutto deriva dalle calunnie scritte nel Vangelo, compreso i Protocolli dei Savi Anziani di Sion e compreso l’odio islamico contro gli ebrei. II DIFETTO: LA DISTRUZIONE DELLA DIVERSITÀ È LA CONSEGUENZA DELLA MISSIONE UNIVERSALE DELLA CHIESA. La missione evangelizzatrice, proclamata quale opera di amore universale, continua a rappresentare un’offesa e una minaccia verso quei popoli e cittadini che praticano una propria cultura e che nel Vangelo non si riconosco. La distruzione della diversità è inevitabile conseguenza di ogni missione universale. L’universalismo cancella le diversità. Nel nome dell’evangelizzazione sono state commesse orribili oppressioni; l’uniformità culturale porta alla perdita di conoscenza e ha significato e provocato la scomparsa e l’assimilazione di molti popoli e culture ed è una delle principali cause della povertà, della miseria e della fame estrema. Nella dichiarazione “Dominus Jesus” è rinnovata la validità della missione universale della chiesa, di annunciare il Vangelo al mondo intero e di battezzare tutte le nazioni: 1. Il Signore Gesù, prima di ascendere al cielo, affidò ai suoi discepoli il mandato di annunciare il Vangelo al mondo intero e di battezzare tutte le nazioni: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-16); «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20; cf. anche Lc 24,46-48; Gv 17,18; 20,21; At 1,8). La missione universale della Chiesa nasce dal mandato di Gesù Cristo e si adempie nel corso dei secoli nella proclamazione del mistero di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, e del mistero dell'incarnazione del Figlio, come evento di salvezza per tutta l'umanità. (Dominus Iesus. Circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa”, 6 agosto 2000, Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto) III DIFETTO: IL DIALOGO INTERRELIGIOSO CONSERVA ESSENZIALMENTE LO SCOPO DI CONVERTIRE. La dichiarazione “Dominus Jesus” e il Nuovo Catechismo Universale ribadiscono che “La missione ad gentes anche nel dialogo interreligioso conserva in pieno, oggi come sempre, la sua validità e necessità …” e che il dialogo interreligioso deve avere essenzialmente lo scopo di convertire. Ora, come possono esistere confronto sereno e dialogo proficuo con chi ribadisce la necessità della conversione? Come può esistere confronto interreligioso con chi non riconosce la diversità? Come può costruirsi uno scambio paritario se non si hanno pari dignità? Come è possibile dialogare con chi sa di volersi esprimere anche a nome del suo interlocutore? La differenza fondamentale sta nel fatto che il cristianesimo universale si vuole esprimere a nome di tutti, anche a nome di chi non è d’accordo, mentre gli altri parlano per sé. In questo ecumenismo si nasconde l’idea e la pratica della supremazia. “22. Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di tutta l'umanità . … Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici… …La parità, che è presupposto del dialogo, si riferisce alla pari dignità personale delle parti, non ai contenuti dottrinali né tanto meno a Gesù Cristo, che è Dio stesso fatto Uomo, in confronto con i fondatori delle altre religioni. La Chiesa infatti, guidata dalla carità e dal rispetto della libertà, dev'essere impegnata primariamente ad annunciare a tutti gli uomini la verità, definitivamente rivelata dal Signore, ed a proclamare la necessità della conversione a Gesù Cristo e dell'adesione alla Chiesa attraverso il Battesimo e gli altri sacramenti, per partecipare in modo pieno alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. D'altronde la certezza della volontà salvifica universale di Dio non allenta, ma aumenta il dovere e l'urgenza dell'annuncio della salvezza e della conversione al Signore Gesù Cristo. …” (Dominus Iesus. Circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa”, 6 agosto 2000, Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto) IV DIFETTO: La conferma dell’accusa di deicidio. Nella Dichiarazione Nostra Aetate la Chiesa cattolica, con il Concilio Ecumenico Vaticano II, ribadisce e conferma l’accusa e la responsabilità delle autorità ebraiche per la morte di jeshu. Non è mai esistita alcuna congiura del sinedrio e delle autorità ebraiche per uccidere jeshu né gli ebrei hanno mai commesso il deicidio. Nella esplicita o implicita arrogante pretesa di reiterare l’accusa di cospirazione e di attribuire la responsabilità della morte di jeshu alle autorità ebraiche con i propri seguaci si nasconde il quarto difetto. La falsa accusa di deicidio ha provocato atroci angherie e tribolazioni e rappresenta ancora oggi un oltraggio e una intimidazione. "… E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. …”. (Dichiarazione Nostra Aetate. Dichiarazione sulle relazioni della chiesa con le religioni non cristiane, 28 ottobre 1965, Paolo Vescovo della Chiesa Cattolica.) V DIFETTO: LA REITERATA AFFERMAZIONE DELLA PRESUNTA ESISTENZA DI UN VINCOLO INSCINDIBILE TRA EBREI E CRISTIANI. La rinnovata conferma del verus israel porta con sé immagini e ricordi tragici e luttuosi. Nell’ebraismo è proibito l’innesto di specie vegetali. Questa presunta nuova identità, innestata e poi condivisa, per molti ebrei non è altro che il ricordo sempre vivo di distruzione e assimilazione. Cristianesimo ed ebraismo non hanno nulla in comune, né il culto, né la liturgia, l’identità o la fede, né tanto meno condividono le scritture che sono state manipolate per rivelare al mondo che esiste quella sola verità universale cristiana rovina del popolo ebraico e di tutti i popoli che in quella verità non si riconoscono. “Non solo le Scritture sacre, che in larga parte condividiamo, non solo la liturgia, ma anche antichissime espressioni artistiche testimoniano il profondo legame della Chiesa con la Sinagoga, per quell’eredità spirituale che, senza essere divisa, né ripudiata, è stata partecipata ai credenti in Cristo, e costituisce un vincolo inscindibile tra noi e voi, popolo della Torà di Mosé, buon olivo sul quale è stato innestato un nuovo ramo (cfr. Rm 11,17). (Messaggio di Giovanni Paolo II all'illustrissimo dr. Riccardo di Segni rabbino capo di Roma per il centenario della sinagoga di Roma, 22 maggio 2004). SI RACCOMANDA DI - Impegnarsi nella lotta contro l’antisemitismo che ha origine e ragione nel cristianesimo; - Sostituire il termine universale per riconoscere l’estraneità degli ebrei e degli altri popoli ai valori cristiani e per ritrovare un confronto sereno e un dialogo proficuo; - Interrompere l’opera missionaria; - Eliminare per sempre i termini missione ad gentes nel dialogo interreligioso; - Adoperarsi per cancellare dalle scritture la calunnia della cospirazione e del deicidio riferita alle autorità, agli scribi o ai farisei, o ad una parte del popolo ebraico. NO ALLA VISITA DEL PAPA IN SINAGOGA NO AL CROCIFISSO IN SINAGOGA |
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