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SE L' "AVVENIRE" CONDANNA IL SILENZIO SULLA SHOA' ALLORA CONDANNI ANCHE IL SILENZIO DI PIO XII E IL SUO PROCESSO DI BEATIFICAZIONEData: 2009-10-19Autore: Gherush92 Il triste episodio della morte per stenti degli immigranti nel Canale di Sicilia a causa di una vergognosa omissione di soccorso è stata così commentata dall’Avvenire: “La nuova legge del non vedere. Come in un’abitudine, in un’assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. ……. L’Occidente ha occhi chiusi”. In merito alle arbitrarie considerazioni del giornale di ispirazione cattolica osserviamo: 1) L'analogia della Shoà con il tragico evento - che, a sua volta, deve essere esaminato nella sua giusta specificità - è offensiva e nasconde le vere responsabilità di allora e di oggi. L’affermazione che un generico Occidente ha chiuso gli occhi è priva di fondamento. Ci vuole una bella impudenza a non ricordare che è stato l’Occidente Cristiano ad avere ispirato e generato la Shoà; è stato l’Occidente Cristiano ad aver chiuso gli occhi dinanzi alla Shoà, sono stati il popolo italiano e il popolo tedesco di allora, cristiani e nazi-fascisti, gli autori delle leggi razziali ed è stato di Pio XII il silenzio vergognoso. Se l’Avvenire intende condannare tale colpevole silenzio, allora condanni in modo esplicito il Processo di Beatificazione di Pio XII il quale, ben conoscendo la storia e i fatti, non scese di persona a fermare i treni. Ricordiamo, inoltre, che Monsignor Pacelli, nella qualità di Segretario di Stato, fu il promotore, nonché il firmatario, del Reichskonkordat con il giovane governo nazista al suo primo importante accordo internazionale. Il concordato contribuì a consolidare il nazismo nelle chiese e nelle parrocchie dove l’antisemitismo era già preghiera e prassi. 2) L’analogia del drammatico incidente nel Canale di Sicilia dello scorso agosto con la Shoà non aiuta, peraltro, alla comprensione del fenomeno dell’emigrazione dai paesi impropriamente detti “sottosviluppati” - più correttamente da definirsi “depauperati” - e le sue origini, anch’esse da ricercare nell’opera di sterminio e deportazione delle popolazioni dell’Africa da parte dell’Occidente Cristiano. E’ una mistificazione anche l’affermazione contenuta nella recente Enciclica del papa “Caritas in Veritate” :“i popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza” quando la causa di tale squilibrio è stata la distruzione di popoli e nazioni attraverso una secolare opera di evangelizzazione e omologazione verso una sterile uniformità culturale, che è la radice della povertà. Ricordiamo, a tal proposito, che nella cristianissima Spagna, la Casa di Contractacion di Sevilla e nella cristianissima Italia, il porto di Genova, furono macabri centri di smistamento di vite umane ridotte in schiavitù e trasportate dall’Africa nelle Americhe, anch’esse devastate “legalmente” dall’opera di saccheggio di terre e beni tramite la bolla “Inter Ceterae” del papa Allessandro VI. 3) Il silenzio dell’Occidente cristiano sulla Shoà e sulle sofferenze dei popoli in via di estinzione (o di assimiliazione) non è altro che la complicità con le persecuzioni che ebrei ed infiniti altri popoli e mondi diversi hanno subito e subiscono ancora con missioni ad gentes, preghiere per la conversione, pogrom, conversioni forzate, roghi, torture pubbliche, bolle papali o leggi dello stato, editti o ordinanze di espulsione, identificazioni di massa, allora con il certificato di limpieza de sangre cristiano ed ariano, oggi con le impronte digitali. All’Avvenire vogliamo ricordare che nessuno sterminio può avvenire se non con un forte consenso popolare. Anche il silenzio e l’indifferenza sono forme di consenso. Speriamo che il pontefice se ne ricordi nella sua prossima visita al Tempio Maggiore di Roma. |
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