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LE BUGIE SONO DANNOSE NELLA LOTTA CONTRO L'ANTISEMITISMO E IL RAZZISMO“Non ripetere falsa testimonianza contro il tuo prossimo” (Deteuronomio 5:17)Data: 2009-03-22Autore: Gherush92 Esiste un fenomeno dilagante che consiste nella pratica del sentito dire, nel delegare a qualche rappresentante in vista (più o meno qualificato) la gestione delle informazioni, fino all’accettazione acritica delle decisioni prese da altri, al supino allineamento. Questo fenomeno genera in realtà disinformazione e pericolose derive razziste. Ecco un esempio. La notizia proveniente da alcuni media - Il Giornale, Corriere della Sera, Il Riformista del 19 marzo - e rappresentanti governativi, secondo cui “il nuovo documento (di Durban 2 ndr) riafferma la dichiarazione di Durban 1 e il programma di azione come fu adottato alla conferenza mondiale contro il razzismo (del 2001 ndr)” e che “in quella dichiarazione si scriveva che i palestinesi sono vittime del razzismo israeliano, e Israele risulta l’unico paese dell’ONU colpevole di razzismo”, è falsa, come è evidente rileggendo i punti di interesse del citato documento Durban Declaration and Programme of Action (DDPA) del 2001: http://www.un.org/durbanreview2009/pdf/DDPA_full_text.pdf . A parte qualche inesattezza e il tono approssimativo, nel documento DDPA non scorgiamo alcunché di antisemita o offensivo verso gli ebrei o Israele. Eppure gli autori vogliono sostenere che “le parole offensive che sono state eliminate dal nuovo documento sono reperibili in quello vecchio e che il riferimento al testo del 2001 deve essere eliminato.” Non è vero che in quel testo Israele è offeso come stato razzista. Chi sostiene questo dice il falso. I media hanno anche riportato che “la bozza odierna che divide i punti fra Inoltre, è logico e coerente alle procedure, che il vecchio DDPA sia citato come documento di riferimento per il nuovo DDPA, visto che si tratta della Durban Review Conference: questa è la prassi. Ora, se è vero che la conferenza di Durban WCAR del 2001, sotto la copertura del sistema democratico delle Nazioni Unite, ha permesso il diffondersi di documenti con contenuti razzisti che dichiaravano Israele autore di genocidio, pulizia etnica e apartheid e Israele stato razzista; se è vero che quella Conferenza non ha bloccato il linguaggio razzista contro il popolo ebraico e contro Israele proveniente da documenti governativi, intergovernativi e non governativi; se è vero che l’atmosfera della Conferenza era pesantemente razzista e antisemita; se tutto questo è vero, è anche vero che grazie al rischioso lavoro di documentazione e diplomazia di chi veramente c’era, di Gherush92, del Cultural Diversity Caucus, dei Roma e di altri, la Dichiarazione Finale e il Programma di Azione (DDPA) del 2001 - sopra inopinatamente richiamata - non contengono parole antisemite, così come è vero che la dichiarazione finale antisemita delle ONG (fra cui varie italiane tutt’oggi finanziate dal Ministero degli Esteri) fu rigettata dalla Conferenza delle Parti grazie al lavoro di Gherush92 e di altri. La realtà è che la Conferenza del 2001 fu un fallimento, gli Stati Uniti e Israele abbandonarono il tavolo delle trattative, il testo finale - che presenta notevoli imperfezioni che dovranno essere riprese - fu privato dei punti fondamentali di discussione e negoziato ma, almeno, fu edulcorato con l’eliminazione dei contenuti antisemiti. E se è vero che l’Italia che votò il DDPA del 2001, a ragione, ha deciso di boicottare Durban 2 fino a quando dal documento non fossero state cancellate le affermazioni contro Israele, è anche vero che oggi quelle dichiarazioni su Israele sono state rimosse. In realtà, una volta smascherato il procedimento mistificatorio, si scopre, con ripugnanza, che la questione dell’ “antisemitismo di facciata”, viene utilizzata come scudo per nascondere e rimuovere altri spinosi problemi, tutti molto complessi, che non troveranno adeguato spazio di discussione né risposta durante i lavori di Durban 2 perché corrono il rischio di essere ufficialmente banditi e censurati: il problema della libertà di espressione contro l’Islam, il problema della schiavitù e della riparazione, il tema dell’ “antisemitismo vero”, la persecuzione dei Rom con i relativi responsabili, ragioni, conseguenze, strumenti e metodi di secoli di persecuzioni fino ad oggi. Il documento DDPA provvisorio per Durban 2 è stato rivisto e non contiene più elementi antisemiti. Il voler rimarcare la presenza di antisemitismo dove non c’è, in un contesto così delicato come quello delle Nazioni Unite durante il processo di negoziato sui diritti umani e sul razzismo, è sicuramente un errore molto pericoloso, se non una vera operazione di demagogia che può avere conseguenze razziste anti-Islamiche. Un errore che può alimentare provocazioni contro gli Ebrei (ed Altri), che sicuramente ci saranno a Durban 2, e che sarà doveroso contrastare con la documentazione e il confronto culturale, ma non con le bugie e la demagogia. Gherush92 Comitato per i Diritti Umani gherush92@gherush92.com |
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