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“THE PASSION” DI MEL GIBSON: UNA BOMBA ANTISEMITA, UN MODERNO AUTODAFÈ

Il deicidio è una tragica minaccia per cristiani ed ebrei

Data: 2004-04-29
Autore: Gherush92
Luogo: Rome

“The Passion of the Christ” di Mel Gibson sembra essere la più recente e cruenta delle migliaia di opere antisemite compiute nei secoli. E’ la storia delle ultime dodici ore di Gesù raccontate dai cristiani, la rappresentazione della morte violenta inflitta dagli ebrei e della loro furia assassina, la rappresentazione del deicidio e di chi lo ha compiuto descritta nei vangeli. Il film racconta la falsa storia della cospirazione messa in atto dal sinedrio, dai sacerdoti e dai farisei per condannare a morte Gesù, l’ennesima conferma della verità cristiana, verità che di per sé, e da sempre, è una minaccia per l’ebraismo e un pericolo reale ed imminente per gli ebrei. La falsa teoria del deicidio e la calunnia della cospirazione e del complotto del popolo ebraico, artatamente ricostruite da Mel Gibson tra i vicoli e le case dei Sassi con fanatismo, enfasi mistificatoria ed esaltazione demagogica, sono l’essenza dell’antisemitismo e piuttosto che aiutare il cristianesimo o i cristiani hanno l’unica funzione di condannare gli ebrei.

La verità cristiana con la menzogna del deicidio stampata nel vangelo ha punito gli ebrei a duemila anni di assimilazioni forzate, messe e prediche coatte, rapimenti e battesimi forzati, stermini, crociate, legislazioni speciali, ghetti, pogrom, espulsioni, soluzioni finali. La verità cristiana con la menzogna del deicidio stampata nel vangelo ha fatto di cristiani ed europei dei criminali ed assassini, li ha costretti a ripetere messe e prediche coatte, li ha condotti alle crociate, li ha ridotti ad immaginare e perpetuare rapimenti e battesimi forzati, ad inventare legislazioni speciali e ghetti e a ripetere con ossessione espulsioni stermini soluzioni finali. La verità cristiana con la menzogna del deicidio è da sempre la nuova eterna minaccia per ebrei e cristiani, condannati e destinati gli uni ad essere perseguitati e gli altri a perseguitare, in un meccanismo diabolico criminale senza fine.

Non è storia nuova. Esistono innumerevoli “opere d’arte” che rappresentano la passione, la congiura degli ebrei e il deicidio, eseguite da artisti contemporanei e dei secoli passati comunemente intese e giudicate come opere cariche di allusioni, di rispondenze, di speranze, parallelismi, significati simbolici e metaforici, di innovazioni formali, spesso eseguite con eccezionale maestria e abilità tecnica. Innumerevoli gallerie di opere di pittura e scultura, biblioteche con opere letterarie e musicali, libri di scuola, enciclopedie, testi antichi e moderni ci restituiscono rappresentazioni più o meno esplicite e più o meno violente di Gesù sofferenti e flagellati ed ebrei flagellanti, Gesù condannati ed ebrei che condannano, Gesù esibiti al popolo e derisi ed ebrei che tradiscono e deridono, Gesù portacroce al calvario incoronati di spine ed ebrei che incoronano di spine, Gesù sanguinanti sulla croce ed ebrei che inchiodano e crocifiggono. Una potente macchina promozionale e propagandistica ad esclusivo danno degli ebrei e senza vantaggio per i cristiani, perché la verità cristiana universale del deicidio e della salvezza universale obbliga e vincola, oggi come ieri, gli stessi cristiani alla persecuzione e alla assimilazione degli ebrei.

Qualcuno sostiene che il film di Mel Gibson è un’opera d’arte come la cappella Sistina di Michelangelo. Tra i cosiddetti grandi maestri c’è chi, oltre ad insegnare come mescolare forme e colori, parole e suoni, ha saputo addestrare intere generazioni ad odiare gli ebrei e, quel che è peggio, ha saputo trasformare la menzogna raccapricciante del deicidio in delizia e godimento.

La Cappella Sistina in Vaticano è un’opera antisemita di regime: le rappresentazioni tratte dall’antico testamento e dalla tradizione pagana, estrapolate dalla propria tradizione culturale e opportunamente manipolate e falsate, celebrano Gesù quale unico vero salvatore dell’umanità, cosa evidentemente non vera. La Cappella Sistina fu compiuta nei tempi in cui ebrei ed eretici erano discriminati, processati e condannati. Ebrei e cristiani vivevano separati e mentre gli uni erano reclusi nel ghetto gli altri ne celebravano e onoravano la reclusione sancita da leggi speciali e suggellata da raffinate opere d’arte. Alle belle forme di Michelangelo e alle immagini coinvolgenti di Mel Gibson è lasciato il compito di trasferire i messaggi di sofferenza di Gesù e della salvezza universale. Ma la sofferenza di Gesù cagionata dagli ebrei e la salvezza cristiana da loro sempre ricusata furono, e sono ancora, entrambe buone ragioni per le persecuzioni. Altre opere d’arte meno raffinate ma altrettanto espressive ed efficaci celebravano il programma di sterminio.

Chi ha ucciso Gesù ? Per salvarsi la pelle gli ebrei sono costretti ancora una volta a rispondere a questa domanda, riproposta da Mel Gibson, ma vecchia di duemila anni nella quale è implicita una minaccia e la loro tribolazione. Cristiani persecutori ed ebrei perseguitati continuano oggi ad essere legati gli uni agli altri dalla menzogna del deicidio. In questo sta l’orrore e l’errore del cristianesimo, che di questo tragico marchingegno è autore e responsabile. A nulla servono le infinite risposte a questa domanda, le innumerevoli disquisizioni sulle presunte reali responsabilità della condanna e della morte di Gesù, ora attribuite a tutto il popolo ebraico, ora soltanto ai contemporanei di Gesù, ora ai romani, ora al sinedrio. A nulla servono discorsi e disquisizioni quando in questa assurda domanda è implicita l’accusa folle e inconcepibile del deicidio e la realtà di milioni e milioni di vittime innocenti.

Discorsi e dialoghi non strappano gli ebrei del ventunesimo secolo dalla minaccia e dal pericolo reale che rappresenta chi vuol farsi paladino della storia e della verità universale, accompagnata con scaltra maestria da immagini suadenti, panorami spettacolari e il parlare aramaico e latino. Qualcuno può non aver capito che operazioni come questa di turpe e sanguinolenta pornografia emotiva, che danno alle immagini un significato idolatrico e di redenzione, possono istigare a delinquere e scatenare azioni violente e mettere a repentaglio la vita degli ebrei, come già avvenuto in passato. Se il papa, che, riferendosi al film di Mel Gibson, forse ha detto: “it is as it was”, non si rende conto del pericolo mortifero insito in questa opera, che in sinagoga non ci venga per niente.

Accettino i cristiani, che desiderano un destino diverso da quello dei loro padri, il fatto che Gesù per gli ebrei non è figlio dio, non è un profeta, non è un maestro, non è il messia. Accettino i cristiani il fatto che Gesù, qualora veramente nato e vissuto da ebreo, dovesse essere inevitabilmente giudicato secondo la legge ebraica per le azioni commesse. Aspirino i cristiani ad abbandonare la tragica iattura che li fa antisemiti, scelgano per sé una nuova sorte e raccontino la propria storia sciogliendo per sempre il legame di sangue che li vincola agli ebrei.

Qualcuno afferma che durante i lavori di “The Passion of the Christ” sono avvenuti dei miracoli. La nostra riposta al film e ai suoi miracoli è l’inopportunità della prossima visita del papa al Tempio Maggiore di Roma fino a quando non avrà, urbi et orbi, definitivamente chiarito i seguenti punti che sono e restano il fondamento dell’antisemitismo antico e moderno e che sono la causa di milioni di morti e di milioni di criminali:

- Il deicidio attribuito agli ebrei, o ad una parte di loro, è falso e rappresenta offesa e minaccia verso gli ebrei.

- I sacrifici rituali umani attribuiti agli ebrei, o ad una parte di loro, sono falsi e rappresentano offesa e minaccia verso gli ebrei.

- Il complotto mondiale ebraico e sionista è falso e rappresenta offesa e minaccia verso gli ebrei.

- I protocolli dei Savi di Sion sono falsi e rappresentano offesa e minaccia verso gli ebrei.

- La condanna dei farisei contenuta nei vangeli è falsa e rappresenta offesa e minaccia verso gli ebrei. La condanna dei farisei deve essere cancellata dai vangeli.

- Il cristianesimo non è il verus Israel e non rappresenta alcuna continuità dell’ebraismo.

I testi di insegnamento scolastico e universitario, le opere letterarie, le opere d’arte di ogni genere, i trattati filosofici, scientifici, politici, economici, i testi religiosi, le enciclopedie, i media e qualunque altra opera dell’ingegno che, in parte o in tutto, presenti contenuti antisemiti deve essere rivista e corretta. In ogni caso, tali opere devono contenere esplicite note, spiegazioni e commenti, sulla falsità e sulle caratteristiche offensive, verso il popolo ebraico o sue parti, dei contenuti e delle forme di tali opere.

Nella speranza che Mel Gibson non venga beatificato, chiediamo alle Comunità Ebraiche e al rabbinato di non invitare il papa in sinagoga e di farsi carico di chiarire il punto di vista ebraico e di rispondere pubblicamente ai punti sopra elencati che minacciano costantemente la sicurezza fisica e culturale degli ebrei e dell’ebraismo in Italia, in Europa e nel mondo.

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