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COSTRUIRE LA PROPRIA IDENTITÀ SUL DISPREZZO DEGLI ANIMALI È INAMMISSIBILE​

Data: 2014-09-08
Autore: Gherush92

A proposito del maiale qualcuno dice nel Talmud “dieci misure di malattie sono scese nel mondo, e nove se le sono prese i maiali”[1] e Rambam[2] afferma che tutti i cibi proibiti sono alimenti di qualità inferiore; il maiale è umido in modo eccessivo, le parti di scarto vi abbondano, è estremamente sporco, perché si nutre di cose sporche e se allevassimo maiali le strade diventerebbero sporche. Ramban[3] precisa i rischi secondo lui connessi al consumo di animali impuri:“negli animali proibiti si trovano generazioni malformate, ed è possibile che possano far danni agli organi riproduttivi di chi li mangia”; e ancora: “se un lattante beve latte di maiale diventa lebbroso”, al contrario gli animali permessi hanno noti vantaggi, come i medici riconoscono. Rashbam[4] scrive: “i cibi proibiti rovinano e riscaldano il corpo, come confermano anche medici illustri”. Secondo alcuni autori[5] i cibi proibiti rappresenterebbero addirittura un rischio per l’anima, renderebbero cioè lo spirito torbido ed ottuso, secondo altri[6] i cibi permessi salvaguarderebbero la salute del corpo a beneficio di quella dell’anima, perché l'anima è sana in un corpo sano.

Queste infondate interpretazioni, da innocue se confinate fra i vecchi testi di letteratura, si fanno azzardate se continuano ad alimentare malevoli commenti sul maiale, assurdi paragoni con altri popoli che se ne cibano, inesistenti nella Torà, e illusorie discussioni a favore della sanità del cibo kasher che fa bene alla salute. Rav Lazer Brody sostiene perfino che il maiale innesca egoismo e crudeltà: “Il cibo che mangiamo diventa parte di noi e dato che tutte le creature hanno una propria sorgente vitale o anima spirituale, ogni volta che mangiamo una creatura assumiamo anche la sua spiritualità, nel bene o nel male. Il maiale ha certe caratteristiche spirituali che innescano l’egoismo, il comportamento lascivo, la caparbietà e la crudeltà, compromettendo quindi la capacità di un ebreo, e di chi si identifica con il popolo ebraico, di svolgere il suo dovere spirituale in questo mondo”[7].
Tutto questo è falso, il maiale non è sporco né crudele ma pulito, intelligente, affettuoso e socievole e se c’è qualcosa che intorbida l’anima è la sofferenza volontariamente inflitta agli animali, permessi e vietati.

Le interdizioni alimentari ebraiche, regole relative alla kasherut, sono chukkim, precetti inspiegabili, privi di una logica razionale. “E osserverete i miei chukkim”[8] vale a dire “Io li ho stabiliti e non sei autorizzato a ritornarci sopra”[9] e anche la mitzvà che vieta di mangiare carne di maiale[10] vale come divieto della Torà comandato dal Creatore al popolo ebraico reso esplicito solo nella pena prevista per la sua trasgressione. Contrariamente a questo principio che non permette di dare spiegazioni ai chukkim, la letteratura sul significato dei precetti alimentari è ben vasta, con conseguenze tanto insulse quanto azzardate. L’interpretazione igienico-salutare, secondo cui alcuni alimenti sarebbero proibiti perché nocivi alla salute, è la più nota; ma altrettanto antiche e improprie sotto il profilo giuridico per l’intrinseca inammissibilità di spiegare un choq, un precetto inspiegabile, sono le interpretazioni[11] opposte che affermano che i cibi non sono proibiti per la salute del corpo, perché, se così fosse, la Torà si ridurrebbe ad un libretto di medicina, che i possibili danni derivanti dai cibi proibiti in effetti possono essere corretti, che i popoli che mangiano carne di maiale vivono sani, che esistono altre specie dannose per la salute che non sono vietate.

Ogni spiegazione dei chukkim, precetti appunto che non devono essere spiegati, è inammissibile. Se si accetta di interpretare un divieto che, per statuto, è eterno ed inspiegabile, ne segue che una sola spiegazione che ne dimostrasse l’infondatezza renderebbe infondato ed invalido anche il divieto, che, per costituzione, è immutabile e permanente. Per esempio, se davvero il motivo della proibizione della carne di maiale fosse di tipo igienico-sanitario, la considerazione che con il controllo delle carni e della loro cottura si può ottenere lo stesso scopo di difesa della salute renderebbe invalido ed inutile il precetto. Anche la semplicistica interpretazione che i molluschi sono proibiti in quanto portatori di malattie infettive, che trova la sua ovvia risposta nel cucinarli a lungo per uccidere i germi patogeni, invaliderebbe il divieto.

Le interdizioni alimentari, compreso il divieto di mangiare carne di maiale, vanno intese, pertanto, senza spiegazioni, solo per l’intrinseco effetto vincolante che producono e in questo consiste la loro validità. Le regole della kasherut, insieme alle norme della Torà sullo shabbat, la terra, gli animali, le piante, sono, complessivamente, uno strumento di salvaguardia del creato, la cui tutela diviene fondamento dell’identità ebraica persino attraverso l’oscura interdizione della carne degli animali vietati. Questo incontrovertibile complessivo intento precauzionale deve bastare alla ferma e continuativa applicazione di norme alimentari che non contengono, né esplicitamente né implicitamente, alcuna intenzione negativa verso gli animali proibiti ed impuri. Inoltre, visto che la condizione di purità ed impurità è temporanea e non riguarda la sfera morale - infatti chi è in uno stato di purità può al contempo essere una persona immorale e si diviene impuri con il contatto più o meno diretto con una fonte di impurità ma si ridiventa puri con procedure speciali - né tanto meno riguarda una caratteristica spirituale negativa degli animali proibiti, a maggior ragione sono falsi ed ingannevoli i giudizi espressi sul maiale.

Costruire la propria identità sulle spalle degli animali è un atto riprovevole. I cibi proibiti pongono un limite al mangiare scriteriatamente gli animali ma non è vero che sono dannosi per la salute, che hanno caratteristiche che innescano l’egoismo, il comportamento lascivo, la crudeltà. Non è vero neanche che i cibi kasher sono sani e fanno bene alla salute e chi si serve di interpretazioni malevole verso il maiale per pubblicizzare il cibo kasher commette un piccolo imbroglio.

GLI ANIMALI CHE SOFFRONO NON SONO KASHER
CHIUDETE GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

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[1] Talmub Bavlì, Kiddushin 49b.

[2] Rambam, Morè Nevuchin 3,48.

[3] Ramban su Vaikrà 11,3.

[4] Rashbam su Vaikrà 11.

[5] Molti commentatori fra cui: Klì Yakkar, Rabbenu Bechayye, Sforno su Vaikrà 11.

[6] Menachem Recanati su Vaikrà 11; Sefer Hachinuch 79 e 159.

[7] Rav Lazer Brody, Perchè gli ebrei non mangiano il maiale, http://www.laviadellacabala.org/2011/03/perche-gli-ebrei-non-mangiano-il-maiale/

[8] Vaikrà 18,4.

[9] Sifrà, Acharè Mot 13,10.

[10] Vaikrà 11,1-8.

[11] Abarbanel, Shaddal, Hirsch e Hoffman, seguono questa linea interpretativa fino a oggi.

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