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DEDICATO ALLE OCHE

Gli animali che soffrono non sono kasher

Data: 2011-04-13
Autore: Gherush92


Insistiamo nell’affermare che il foie gras non è kasher perché è un organo malato di un animale malato e torturato. Ci appelliamo alle autorità affinchè produzione e commercio e importazione siano dichiarati illegali e non kasher.

"Non riesco a capire come qualsiasi essere umano rispettabile possa giustificare il mangiare il foie gras e non riesco a capire come ogni ebreo rispettabile possa giustificarlo in base alla halachà" (Rav David Rosen).


Dal racconto di Sholem Aleychem “La coppia”(1901):

“L’autore di questa storia prega caldamente chi legge di non cercare nel racconto allegorie di sorta, di non volere indovinare eventuali allusioni. Qui non vi è traccia di allegoria e neanche – semmai vi venisse in mente – un briciolo di quanto viene chiamato simbolismo. Non è che una semplice storia, così, senza pretese, senza trucchi - la storia di due innocenti creature di Dio che vissero, amarono, sognarono, soffrirono, sperarono e caddero per mano assassina una vigilia di Pesach senza sapere né perché né per come …”


“Era una di quelle buie, fangose notti che precedono Pesach. …

« Questo hai portato? La coppia? »
« Ti interessa? »
«Indiani? »
«E cosa se no, turchi? »
«Quanto vuoi per tutti e due? »

La coppia nel frattempo scambia qualche fuggevole parola:
«Madame! Li sentite o no? »
«Certo che li sento, che domande sono? Non sono mica sorda! »
«Si direbbe che stiano per riscattarci dalla prigionia. »
«Così sembrerebbe»
«E allora che cosa sta a tirare sul prezzo quella lì, come se fossimo delle oche! »
«Ahime!»
«Che sbattano pure la testa contro il muro, purché alla fine ci liberino».
«Amen e così sia! »


Entrarono tutte e due reggendo nelle mani ogni ben di Dio: una ciotola di riso, piselli e fagioli, un piatto di patate bollite con uova a pezzetti e un grembiule pieno di fettine di mela e noci. …

«Che disastro cara padrona, guardate, non hanno quasi toccato cibo! »

«Sai che me ne importa. Adesso ci mettiamo subito ad ingozzarli. Io li prendo, li tengo fermi e tu gli ficchi il cibo in gola … Bè? Cosa aspetti a ficcargli in gola il riso coi fagioli?»

«…Lo farei sino a domani, ma, come vedete, lui non vuole saperne. Gira la testa dall’altra parte e tiene il becco serrato».

«E a noi che ce ne importa? Adesso gli do una bella strizzatina al collo, e vedi se non me la apre la boccuccia! Così! Dai! Cacciaglielo giù! »

«… Solo, mi fa pena: è una crudeltà sugli animali.»

«Ma guarda che razza di serva! Una crudeltà sugli animali! Gli stiamo forse facendo del male, Dio ne scampi? Gli stiamo dando da mangiare! E per amore di chi? Per amore di Dio! In onore della santa festa! Voglia l’Altissimo aiutarmi. Non è la prima coppia che ingozzo per Pesach … Intanto fà come ti si dice. Così. Ancora - ancora! Senza risparmio! Non è per nessun altro se non per il Santo Nome! Per Pesach! Per Pesach! »

Terminato il supplizio le donne se ne andarono e le nostre infelici vittime rimasero sole. I due si rannicchiarono in un angolino, appoggiarono le teste afflitte l’uno sull’altra e si sprofondarono in pensieri così cupi, quali vengono assai di rado – salvo una mezz’ora prima di morire.


«… ingrassarli per Pesach?… » …
« Che cosa vuol dire Pesach, mio caro? »
«Pesach, tesoro, è una loro festa di libertà, di liberazione».
«Che cosa vuol dire “di liberazione”?».
«Adesso te lo spiego. Per loro è un importante precetto prendere uno dei nostri e metterlo all’ingrasso fino a che non arriva la festa chiamata Pesach. E quando arriva la festa chiamata Pesach, lo liberano… adesso capisci il senso della cosa? »
«Manca ancora molto alla festa chiamata Pesach?»
«… pare che non manchino più di tre giorni. »
«Tre giorni? ».
Perché hai così paura sciocchina mia? I tre giorni voleranno via come in sogno e quando arriverà l’amata festa di Pesach ci spalancheranno le porte dicendoci “Avanti, ragazzi, tornatevene pure là da dove siete venuti!. E noi ce ne andremo di gran carriera! …».
«Ah mio caro, quali dolci parole!... Possa essere così come dici tu! Ma di un’altra cosa ho paura …».
«Cuore mio, tu hai sempre paura…».
«Vita mia, tu non conosci gli uomini…».
...

…Nel bel mezzo di quei dolci sogni d’oro furono presi e portati fuori . … «Benvenuti. Da dove arrivate?» - «Dal paese degli uomini» - «Che cosa vi hanno fatto?» - «Ci hanno ingrassato per Pesach» - «Che cosa è questo Pesach?» - «Una delle loro feste, una cara, amata festa, di libertà, di liberazione” »

Così sognano per tutto il viaggio i due prigionieri, finché…
…Che ci fanno quei polli legati? Che significa quel muro sporco di sangue?...E’ questa la beneamata festa di Pesach? Dov’è la libertà, dove la liberazione? ...

Così riflettono i due …
Cominciano a comprendere la fredda, nuda verità e tutto diviene loro chiaro, tutto ciò che hanno udito, tutto ciò che hanno visto sin qui… Ma una cosa non possono comprendere: come mai lo scialle turco [la donna] non la smetteva di vantarsi dicendo che avrebbe meritato l’aiuto di Dio, proprio perché in suo onore ingrassava una tale coppia per Pesach? … E’ questo che vuole Dio? Questo gli è caro? Ah che Dio crudele debbon avere gli uomini! …”

In capo a qualche minuto la nostra fiera coppia – la tenera coppia – si ritrovò a terra, come due semplici tacchini sgozzati. Avevano appoggiato l’uno sull’altra i loro colli recisi, ancora caldi, e da lontano sembrava che dormissero e sognassero dolci sogni dorati. A loro, dunque, s’addice il versetto:

Hane’ ehavim vehane’ imim bekhayyehem
uvmotam lo nifradu

“Amorevoli e gentili in vita, anche in morte non si separarono” (2 Sam., 23)”

FATE IL SEDER VEGETARIANO !
Gherush92 Committee for Human Rights


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